mercoledì 18 dicembre 2013

La ricerca

La vita è una ricerca, una continua ricerca di qualche cosa. L'uomo è un cacciatore, con l'occhio puntato sempre verso la preda che non ha e che vuole. E' sempre stato così e lo sarà sempre.
La maggior parte delle volte il soggetto delle nostre attenzioni è ciò che ha in mano il nostro vicino di percorso, e noi restiamo a guardarlo con avidità e insoddisfazione. Ci convinciamo che se solo avessimo anche noi... se solo... tutto sarebbe diverso, sarebbe più bello.
Ma se solo imparassimo ad abbassare lo sguardo sulle nostre mani e a guardare davvero cosa ci scorre tra le dita, forse il nostro senso di vuoto si placherebbe.
Io ho abbassato lo sguardo, e tra le mie dita vi ho trovato un tesoro. E' stato sempre lì, io sapevo che era sempre stato lì, ma lo trascuravo per ammirare e rimpiangere ciò che non avevo. Ed è bastato osservarlo per risentire il sangue bollente scorrermi nelle vene.
Io ho accanto un marito, un uomo meraviglioso. Le parole non sarebbero abbastanza per descriverlo, lui è la mia spalla quando sono stanca, lui è le mie gambe quando non posso camminare, è i miei occhi quando sono cieca, è le mie mani quando non posso afferrare, è il mio ossigeno quando smetto di respirare, è le mie orecchie nei momenti di sordità, lui è le mie viscere quando mi sento svuotata, lui è le mie calzettone di lana quando ho freddo ai piedi, è il caffè quando la mattina non voglio svegliarmi, è il sole sul viso quando sono di cattivo umore, è la cioccolata calda quando ho il gelo dentro e l'acqua ghiacciata quando mi sento bruciare. Lui è il mio tutto, è tutto ciò che voglio e desidero da questa vita, perchè senza di lui nulla sarebbe come è ora, nulla avrebbe il senso che ha ora.
Sono stata cieca, per tanto troppo tempo, e non voglio esserlo più. Perchè questa vita mi ha dato il tutto, e io lo stavo sprecando. Potrei vivere ogni giorno solo dei suo profondi occhi azzurri, del suo sorriso sgembo, delle sue labbra carnose, della fossetta alla guancia sinistra, del suo naso a punta, delle sue bellissime e perfette orecchie e delle sue mani, quanto amo quelle mani. Potrei vivere solo respirando l'odore della sua pelle, potrei vivere solo di quello. Ho tutto, e non voglio più sprecarlo, mai più.
Perchè qualcuno un giorno ha detto che la felicità è una scelta, nulla è facile, nulla è giusto, nulla è perfetto... ma noi abbiamo sempre la possibilità di scelta. Ed io voglio provare a scegliere la via più difficile, ma anche quella più giusta. Voglio scegliere di sorridere, sempre e nonostante tutto

mercoledì 4 dicembre 2013

Voglia di volare






Mi sento come una farfalla che non ha più la forza di volare.
Mi sento come una farfalla che ha dovuto sostenere per troppo tempo un peso troppo grosso per lei.
Mi sento come una farfalla con le ali lesionate. A cosa serve una farfalla con le ali lesionate?
Mi sento come una farfalla che vorrebbe volare sulle nubi per baciare i suoi angeli, ma non può.
Mi sento come una farfalla a cui hanno tolto la polverina magica sulle sue ali.
Mi sento come una farfalla... e voglio tornare a volare.

 
E' passata una settimana da quel test positivo. E' passata una settimana da quando ho visto la luce negli occhi di mio marito. E' passata una settimana da quel tripudio di emozioni. E' passata una settimana da quando tutto ha cominciato a finire. Sono passati 2 giorni dal mare di sangue che mi ha invaso.
Giovedì scorso con 2 ali al posto dei piedi io e marito siamo corsi al centro per prendere le beta. Andava tutto bene, me lo sentivo. Il seno mi scoppiava di dolore, non stava più nel reggiseno. Avevo la nausea, leggerissima ma iniziava ad esserci. E il mal di schiena, oh quanto amavo quello strano mal di schiena dopo aver capito che non si trattava di un sintomo da rosse in arrivo. Quante speranze nelle nostre mani intrecciate nel percorso in macchina. Ricordo ogni minimo dettaglio, ogni sospiro, ogni parola... prima che il mondo si fermasse. Nemmeno varcata la porta di uscita del centro stavo già aprendo la busta. Ricordo di aver pensato che mi piaceva che quel centro non sigillasse le buste, così si aprivano senza difficoltà e senza rischiare di tagliarsi. Che pensiero stupido è? Che cosa stupida ricordarsi di questo. Ma questo è stato il mio ultimo pensiero, prima di perdere la facoltà di pensare, prima di vedere quel negativo, prima di restare congelata sulla soglia con marito che mi guardava preoccupato chiedendomi il numero. Il numero... l'ho riguardato un sacco di volte, dopo, perchè non mi capacitavo come le beta potessero essere rilevate da un test e poi azzerarsi in così poco tempo. Perchè quella linea c'era, perchè quella linea non era un sogno e non era un falso positivo, perchè qualcosa c'è stato. Ma se n'è anche andato altrettanto velocemente. Del dopo ricordo solo tanto tanto sonno, ricordo l'orologio che non segnava mai la fine del lavoro, ricordo il vuoto che sentivo dentro, l'incapacità di pensare. Ricordo il viaggio in macchina di ritorno a casa, dove finalmente il mio dolore ha potuto uscire. Ricordo il test clearblue che mi aveva comprato a sorpresa il giorno primo marito, così che dopo le beta avrei potuto farlo e leggere la magica scritta. Ricordo la sua inesorabile scritta NON INCINTA. Ricordo la telefonata a mia mamma, tanto diversa da come l'avevo immaginata, in cui ho cercato di trattanere fallendo le lacrime. Poi ho dimenticato tutto, ho chiuso quel vaso di pandora che ho potuto aprire per poco più di 24 ore. L'ho gettato in un cassetto, nel cassetto più nascosto del mio essere, perchè non voglio ritrovarlo mai più. Voglio solo ricominciare a vivere. vivere senza il pensiero di muco, temperature basali, esami, rapporti a comando, conta dei giorni, esami, controlli, preoccupazioni. Senza controllare cosa mangio e quanto mangio, senza integratori, acido folico, speranze speranze speranze INUTILI. Voglio voltare pagina, voglio smettere di soffrire. Per cosa? Per un sogno? Mi chiedo quando tra qualche tempo mi guarderò indietro di questi 3 anni cosa penserò. Ma ne vale veramente la pena? La vale? Vale tante lacrime e tanto dolore? Fino a poco fa avrei risposto di sì, con decisione e convinzione. Ora... ora non riesco a rispondere. E finchè non avrò risposta io chiudo qui. Ricomincio a vivere. Perchè noi siamo anche altro, non siamo solo macchine per riprodurci. E ci meritiamo altro, forse ci meritiamo molto di più. Molto di più di un figlio. Oh che bestemmia penserete, cosa può esserci più di un figlio. Non lo so, qualcosa ci sarà, magari le lunghe notti di sonno, le giornate a letto a farci le coccole, i cinema e le uscite quando e come vogliamo, senza responsabilità, senza preoccupazioni, senza le frustrazioni che vedo e leggo in tantissime madri che le ammettono o le nascondono dietro falsi sorrisi di appagamento. Quel che so è che io smetto di cercare, non cerco più nulla.